Politica

Regionali, si vota con la doppia preferenza di genere

La legge approvata nel novembre scorso sarà per la prima volta attuata e si auspica che porterà più donne in Consiglio

La sfida è ormai iniziata: il 3 e il 4 ottobre si vota per il rinnovo del Consiglio regionale, i nomi dei candidati sono noti visto che le liste sono state presentate. Chi siederà, dunque, sugli scranni di Palazzo Campanella? 

Sicuramente, grazie alla legge sulla doppia preferenza di genere, ci saranno più donne. Il consiglio uscente, infatti, può contare solo la presenza di due donne: Flora Sculco per i Democratici progressisti e Tilde Minasi per la Lega. 

E' questa la novità di queste elezioni: la doppia preferenza di genere. Una legge che è arrivata dopo cinque lunghi anni, di attese e di polemiche e che è stata approvata il 10 novembre scorso, all'unanimità dal Consiglio regionale, anche sull'onda dell'emozione della scomparsa della presidente Jole Santelli a cui è stato proprio dedicato il testo di legge.  C'era già stata una diffida del governo di adeguarsi alla legislazione nazionale: il testo prevede che nessun genere possa essere rappresentato nelle liste elettorali oltre il 60%, e introduce la possibilità per l’elettore di esprimere due voti di preferenza, nel quale caso i voti devono riguardare due candidati di sesso diverso.

Dunque l’elettore quando voterà,  potrà scegliere di esprimere due preferenze, nell’ambito della stessa lista prescelta: un uomo e una donna.  Le due preferenze, infatti, in base alla legge, devono corrispondere a candidati di genere differente, pena l’annullamento della sola seconda preferenza.

C'è da dire, che in queste ore, molti candidati stanno stringendo "alleanze" così da fare campagna elettorale insieme: un uomo e una donna insieme per la stessa lista. 

Sarà sicuramente un cambio epocale per la politica perché finalmente le donne saranno adeguatamente rappresentate. Certo c'è da capire, poi, se all'interno del palazzo, quando si dovrà fare veramente politica le scelte saranno pensate e condivise negli interessi delle donne calabresi e non solo degli schieramenti partitici. 

Adesso nelle liste dei candidati, sia a destra che a sinistra, figurano nomi di donne che sono già attive nella società calabrese e reggina in particolare, e l'auspicio è che davvero possano portare avanti le istanze di genere, che poi vuol dire ripensare il sistema regione tenendo conto delle necessità delle donne, nel mondo del lavoro, del welfare e della sanità. Guardare da un solo lato e per un solo verso non può essere, più, la giusta cosa.

Ben venga il cambiamento e guardiamo con fiducia e curiosità a quanto accadrà nelle urne.

C'è da dire, poi, che in base alla legge elettore, che è disciplinata dalla legge regionale 1 del 7 febbraio 2005, con successive modificazioni di cui da ultimo quelle derivanti dalla legge 17 del 19 novembre 2020 sull’introduzione delle misure di riequilibrio di genere, il numero dei consiglieri da eleggere è 29 a cui andranno aggiunti il presidente della Regione eletto  e, a seguito della sentenza della Corte costituzionale 243/2016, anche il candidato presidente perdente arrivato secondo nella competizione elettorale.

Non c'è il voto disgiunto

L’elettore può votare solo per un candidato presidente, barrando l’apposito riquadro; per un candidato presidente e una lista collegata oppure per una sola lista collegata, sempre facendo una X sull’apposito riquadro.
In quest’ultima ipotesi, il voto si intende espresso anche a favore del candidato alla carica di presidente della Regione con la stessa collegato.  Non è previsto il voto disgiunto, vale a dire non si può votare per un candidato governatore e per una lista che appoggia un altro candidato governatore. Risulta eletto il candidato presidente che ha ottenuto il maggior numero di voti validi. Sono ammesse alla ripartizione dei seggi le singole liste che superano  il 4% dei voti validi e le coalizioni di liste che superano l’8%.


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