Cronaca

Padre Gesualdo e l'amore infinito per la Madonna della Consolazione

Il racconto del frate cappuccino tra amore per il prossimo, beatificazione e l'immensa devozione  verso la Patrona di Reggio. Ci approfondisce tutto padre Pietro Ammendola, provinciale frati minori cappuccini della Calabria

Il Quadro della Madonna della Consolazione e fra Gesualdo Malacrinò

Figure forti, portatrici di valori e stili di vita senza tempo e adatti a tutti per corpo e anima. Sono personaggi che segnano la storia e lasciano un riferimento all’interno della società. Lo fanno con le loro azioni, il loro essere o semplicemente veicolando un messaggio. Uno di loro è certamente padre Gesualdo Malacrinò, frate reggino, sempre presente nei cuori della comunità per il suo amore verso il prossimo e per "l'immensa devozione verso la Madonna della Consolazione, che chiama col dolce nome di «Mamma mia»"

Proprio padre Gesualdo è al centro del nostro approfondimento, con l’obiettivo di scoprire e far conoscere meglio la sua figura a tutti i fedeli reggini e anche a coloro che avvicinandosi alla sua storia potranno beneficiarne nell’anima. Un racconto in cui veniamo presi per mano e accompagnati anche dalle sapienti parole di padre Pietro Ammendola, (nella foto), attuale guida dei minori cappuccini della Calabria e da noi intervistato.

Chi era Padre Gesualdo

Era il 18 ottobre 1725 quando proprio a Reggio Calabria nasceva il piccolo Giuseppe, poi rimasto nella storia come Padre Gesualdo. Famiglia semplice la sua, basata sui sani valori della vita cristiana. Un’aria di spiritualità che per il piccolo Giuseppe era una cosa innata, tanto da spingerlo ad andare in Chiesa anche nel tempo libero e coltivare la sua speciale devozione alla Beata Vergine. 

La strada andava illuminata prima di essere percorsa. La svolta arriva quasi con casualità, come sempre d’altro canto, è il destino e il volere divino ad indirizzare. Tornando verso casa Giuseppe incontra un giorno due frati cappuccini in un momento che lui non dimenticherà mai. La decisione presa poche settimane dopo è di presentarsi davanti al convento dell’Immacolata Concezione a soli 15 anni, ma già con grande consapevolezza e lucidità. Padre Gesualdo inizia così il suo noviziato al convento di Fiumara di Muro seguendo la regola di San Francesco d’Assisi, fino ad arrivare ad ordinarsi sacerdote a 23 anni, il 21 novembre 1748.

Lui, che viene conosciuto come “apostolo delle Calabrie”, inizia poi a girare per le città della zona predicando e portando in giro la parola del Signore. Benedizioni, guarigioni e amore per il prossimo che non passano inosservate tra i fedeli come la profezia sul terremoto di Oppido del 1783. 

Tra le gente di Reggio e per le gente di Reggio, una missione spirituale che porta il tanto amato tra i cittadini Padre Gesualdo a non accettare la nomina a vescovo di Martorano (frazione di Parma) nel 1792. Il cambiamento è un altro, nel 1801 con la sua elezione a ministro provinciale dei cappuccini. L’ultimo atto della vita terrestre di Padre Gesualdo ci porta, invece, al 28 gennaio 1803, giorno della sua morte a 78 anni nel suo tanto amato convento della Madonna della Consolazione a Reggio.

Causa della Beatificazione e miracoli

Entra in gioco padre Ammendola che, nel raccontarci la figura di padre Gesualdo, si sofferma sui processi per dei doverosi e solenni riconoscimenti: “Si è conclusa nel 1972 la causa della sua beatificazione, con Giovanni Paolo II che l’ha dichiarato venerabile. Adesso è attualmente in corso l’analisi di un miracolo, di cui attendiamo l’esito. Si tratta di un evento straordinario su cui la congregazione sta lavorando.”

Il legame con la Madonna della Consolazione

Impossibile non soffermarsi, proprio nel periodo in cui ci avviciniamo ai festeggiamenti in onore della Patrona, sul valore del rapporto tra fra Gesualdo e la Beata Vergine Maria. “Aveva un forte legame come tutti i reggini”, ci spiega padre Ammendola. “Fin da piccolo era stato avviato a questa devozione dalla sua famiglia. Da frate è stato anche all’Eremo, custodendo il Quadro. Poi lui raccomandava a tutti di affidarsi alle sue preghiere e di ricorrere alla Madonna. 

In particolare vorrei sottolineare due episodi che ci permettono di comprendere a fondo il legame tra padre Gesualdo Malacrinò e la Madonna della Consolazione. Il primo riguarda una carestia. Il quadro fu portato in Cattedrale e lui fece una preghiera pubblica e una predica davanti alla Madonna. Quando finì, si narra che arrivarono dal mare delle navi cariche di grano. Quella fu la fine della carestia.

L’altro episodio ci porta alla soppressione del convento in città. Padre Gesualdo fece di tutto affinché il Quadro della Madonna, che era stato tanto a Reggio, venisse riportato all’Eremo.”

Le reliquie di padre Gesualdo

Il Santuario dell'Eremo, vicino la sacrestia, custodisce in un luogo di raccoglimento e devozione le reliquie di padre Gesualdo. Un lenzuolo, segno di tenerezza divina, come riporta il sito www.madonnadellaconsolazione: "Da tempi immemorabili si è ricorso al segno del lenzuolo per le persone affette da grave malattia fisica e spirituale.

A portarlo era sempre un frate cappuccino dell’Eremo, il quale, giunto presso la persona bisognosa l’avvolgeva con tenerezza, raccogliendosi in preghiera, coinvolgendo anche i presenti, perché il Venerabile intercedesse dalla Bontà divina il prodigio desiderato".

E ancora: "Il bastone e una porzione di disciplina, “segni” attraverso i quali il Signore ha manifestato e continua a manifestare la sua straordinaria predilezione verso il padre Gesualdo e la sua taumaturgica misericordia verso coloro che hanno urgente bisogno di aiuto".


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