Cronaca

Un aiuto per ripartire col sorriso, al via una raccolta fondi per salvare il centro Rose Blu

Dopo 16 mesi di chiusura il centro diurno per disabili, a Villa San Giovanni, lancia una raccolta fondi per superare le difficoltà burocratiche e mettersi in regola con il Durc così da ricominciare le attività con i dodici ragazzi

Il grande cancello blu è chiuso da sedici mesi e nelle stanze laboratorio della Coop Rose blu sono rimasti i lavori non ultimati dai ragazzi: angioletti in argilla da colorare. Francesco, Alessia, Monica e gli altri sono rimasti a casa impossibilitati a frequentare il centro a Villa San Giovanni prima per la pandemia e il lockdown, poi per la burocrazia. E' l'unico centro diurno che lavorava con le disabilità sul territorio di Villa San Giovanni e nell'ambito 14 con un servizio dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 13.30. Dodici utenti che giornalmente vivevano attività ludico-ricreative: mantenimento scolastico, potenziamento cognitivo, laboratori di riciclo, laboratori di argilla, attività motoria in palestra, teatro, cucina, tutto finalizzato all' acquisizione e mantenimento delle autonomie personali. “Adesso è tutto fermo e non sappiamo proprio quando potremo riaprire“ dice sconfortato Domenico Barresi, presidente della cooperativa. 

La vicenda burocratica

“Noi vogliamo ripartire e lo vogliono i ragazzi, le loro famiglie, gli operatori, i soci, - spiega il presidente - ciascuno di noi vuole continuare a fornire quel servizio che ha costruito in 20 anni di duro lavoro, avendo a cuore i diritti delle persone con disabilità, l'attenzione e la cura nei loro confronti e per le loro famiglie. Per farlo, vista la grande difficoltà economica determinata da 16 mesi di stop (i primi 12 senza alcun corrispettivo e i successivi 4 con la sospensione del servizio), deve regolarizzare la propria posizione contributiva. Una cosa per noi estremamente difficile oggi, per non dire impossibile! Impossibile proprio per le difficoltà economiche che stiamo attraversando e per gli ostacoli burocratici nei quali ci siamo imbattuti.  Avanziamo molti soldi dall'Ambito 14 per il servizio svolto in tutto il 2020,  i nostri dipendenti aspettano ancora la cassa integrazione ma ci sono ritardi dalla Regione e  noi non siamo in regola con il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) requisito richiesto per poter essere accreditati”.

“C'è da ricordare – continua Barresi – che noi volevamo ripartire a febbraio dopo il lockdown anche se la prima manifestazione di interesse dell'Ufficio di Piano per le Politiche sociali dell'Ambito 14, con il comune di Villa San Giovanni Capofila, è andata deserta e  lo scorso 23 aprile è stata pubblicata la seconda manifestazione di interesse a cui “Rose blu” ha partecipato con l'impegno di firmare la convenzione dopo aver risolto la questione del Durc ma ad oggi non c'è nessuna risposta ufficiale.

L'altro giorno, il 3 giugno, abbiamo avuto un altro incontro  ma c'è un rimpallo di responsabilità e siamo ancora fermi. Il criterio di “infungibilità” non sembra essere considerato in questo caso, eppure siamo l'unico centro diurno in tutta la zona dell'ambito 14. Il Comune di Villa San Giovanni sembra non voler capire l'importanza che ha il centro per i nostri ragazzi e dice adesso che possiamo riaprire quando vogliamo, ma con quali risorse? Se arrivassero i soldi che ci spettano non saremmo in queste condizioni, adesso “chiediamo per carità quello che ci tocca per giustizia”.

La raccolta fondi per la riapertura

Ecco allora che la cooperativa Rose Blu, dalla pagina Fb, lancia una campagna di raccolta fondi: “Ciascuno di voi ci ha sempre sostenuto, moralmente, fisicamente, spiritualmente e in qualche occasione anche economicamente. Ancora una volta siamo qui per chiedervi un aiuto concreto, qualunque sia la possibilità e in qualunque forma voi vogliate e possiate farlo.  Di seguito il nostro IBAN: IT98U0501803400000011210937. Causale: Donazione liberale per riapertura Centro diurno. Grazie a tutti per la vicinanza e la sensibilità che avete già dimostrato e che continuerete a dimostrare. Speriamo di ripagare il vostro affetto con le foto festose dei nostri ragazzi che tornano nel luogo che amano vivere, e perché no, quando sarà possibile, anche con un abbraccio”. 


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