Cronaca

Il cinema racconta il riscatto dei detenuti

Successo per l'evento speciale del Reggio Film Fest proposto nella casa circondariale reggina

Gli ospiti dell'evento

Anche quest'anno il Reggio Calabria Film Fest ha dedicato una giornata alla realtà penitenziaria. "Il cinema dentro le mura", giunto alla sua sedicesima edizione all'interno del festival, è uno degli appuntamenti più rilevanti e delicati della manifestazione, perché porta l'arte cinematografica all’interno della casa circondariale di Reggio Calabria, nel plesso Arghillà. Un appuntamento emozionante e con importanti risvolti sociali, che ha visto la partecipazione e l’interazione dei detenuti ad un dibattito con le massime istituzioni della città.

All'evento sono stati presenti il Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, il presidente della Corte d’Appello Luciano Gerardis, la presidente del Tribunale di Sorveglianza Daniela Tortorella, il direttore del Di.Gi.Es. dell’Università Mediterranea Daniele Cananzi, il giudice del Tribunale dei Minori Paolo Ramondino, il direttore d’istituto Mario Galati, il comandante Gabriella Mercurio, la garante dei diritti dei detenuti del Comune di Reggio Giovanna Russo (che ha concesso il patrocinio), il direttore generale del Reggio FilmFest Michele Geria, il direttore artistico Gianni Federico, il presidente di giuria Massimo Spano, l'avvocato Giovanna Suriano. È stato proiettato il Film “Ero Malerba” (2017) alla presenza del Regista Toni Trupia. Tratto dall’omonimo libro, la pellicola racconta la storia vera di un uomo, entrato in carcere analfabeta e poi laureatosi, autore di un libro che indaga sul dominio della violenza e del male.Il docufilm ripercorre infatti la storia di Giuseppe Grassonelli, condannato all'ergastolo per diversi omicidi, collegati alla mafia degli anni ‘80 e raccoglie testimonianze di magistrati, politici e persone coinvolte a vario titolo nella guerra mafiosa scoppiata nell'agrigentino, materiale di repertorio dell'epoca e documenti personali della famiglia Grassonelli arricchiscono e rendono unici i contenuti. E' stato girato in Sicilia e ad Amburgo, tranne la parte della lunga intervista allo stesso Grassonelli, raccolta nel carcere di massima sicurezza di Sulmona, resa possibile grazie ad autorizzazioni speciali concesse dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.

Vedere il film, e potersi confrontare con le istituzioni, per i detenuti di Arghillà ha rappresentato un segnale tangibile di massima attenzione e grandissima sensibilità verso di loro. Emozionati e positivamente scossi i detenuti hanno dichiarato di sentirsi parte di un progetto che ha una visione contraddistinto da azioni concrete rispetto alla tutela dei loro diritti. Si è posto l’accento sulla rieducazione, sul reinserimento, sulle responsabilità della persona detenuta e della società esterna. A Reggio le autorità presenti hanno trasmesso un fortissimo messaggio, secondo cui garantire la legalità e la sicurezza è anche farsi carico del grado di civiltà delle carceri.

I temi dei diritti umani, della condizione rieducativa e di reinserimento sociale delle persone private della libertà personale sono stati poi oggetto di disamina ulteriore nel corso della sessione “Fuori le mura” svoltasi in serata presso il Waterfront dove, alla presenza delle autorità di polizia di stato, dell’arma dei carabinieri del comando provinciale di Reggio, dei sindacati di polizia penitenziaria, dell’area sanitaria,di un folto pubblico composto da cittadini, esponenti della giovane avvocatura, registi, attori, hanno dialogato il sostituto procuratore Stefano Musolino, Daniele Cananzi, Paolo Ramondino, Giovanna Russo, Michele Geria e il regista Toni Trupia, con la moderazione di Giovanna Suriano. Ha dichiarato la garante: "La XIV edizione dell'iniziativa ha dimostrato in questa veste arricchita dalla partecipazione delle predette autorità, come anche il cinema sia strumento di rieducazione nel carcere. Importantissimo il messaggio trasmesso, quello di una proficua sinergia interistituzionale e di una reale attenzione al mondo penitenziario e soprattutto ai temi dei diritti umani, del trattamento, della rieducazione e del reinserimento della persona detenuta".

La garante ha rivolto riservare un plauso, oltre alle Istituzioni presenti ed all’intera struttura del Film Fest, per il grande sforzo dell’amministrazione penitenziaria in pieno rientro ferie e in oggettiva carenza di personale e a tutti coloro che a vario titolo (educatori) e non solo lavorano in istituto, per cercare di limitarne i disagi organizzativi. Un grazie particolare per l’evento legato al festival è andato all’Ispettore Daniele Piras responsabile detenzione e trattamento che ha permesso la realizzazione concreta dell’evento coordinando il gruppo di detenuti che hanno gestito l’impianto audio video nella sala biblioteca. "Un appuntamento  - ha concluso Giovanna Russo - che ha evidenziato come la cultura sia strumento di riscatto della propria esistenza, ecco perché la presenza dell’Istituzione universitaria con la rappresentanza del Dipartimento Di.Gi.ES. Siamo tutti fermamente convinti che senza riscatto culturale fuori e dentro le mura, tra liberi e privati della libertà, difficilmente riusciremo a debellare il fenomeno della criminalità o quanto meno una contrazione dei livelli di recidiva che rimangono ad oggi molto alti".


Si parla di