Cronaca

Aeroporto, con una spesa abbordabile ne avremmo anche uno nuovo e più strategico

Si torna a parlare di un secondo scalo, ecco quanto costerebbe e cosa c'è nel progetto di aerostazione a San Gregorio di Giuseppe Falduto

Rendering dal progetto del nuovo aeroporto

Nel dibattito rovente sul futuro dell'aeroporto reggino Tito Minniti in questi mesi si è inserita anche l'ipotesi di non investire esclusivamente sul risanamento dell'attuale infrastruttura e puntare invece su una nuova aerostazione con collocazione più strategica per l'intermodalità dell'area dello Stretto. 

L'idea, rilanciata in particolare dai deputati Riccardo Tucci e Angela Raffa con un'interrogazione al ministro Salvini, è già da anni al centro di un'appassionata battaglia dell'imprenditore Giuseppe Falduto, autore del progetto per la realizzazione di uno scalo aeroportuale sito nell'area industriale di San Gregorio-San Leo, dove un gruppo di operatori commerciali e cittadini (e la stessa interrogazione dei due parlamentari cinquestelle) chiede alla Regione anche lo spostamento dell'attuale Zes ubicata tra le piste del Tito Minniti. 

Una proposta che però è stata rinviata al mittente da varie parti politiche calabresi, con la motivazione che costerebbe troppo: a fronte dei 60 milioni di euro stanziati per l'aeroporto dello Stretto, una nuova opera potrebbe richiedere un investimento fino a 300 milioni di euro.

Il progetto sul modello dello scalo di Olbia e i costi dettagliati

Stime che però il progetto di Falduto smentisce con un dettagliato piano finanziario del suo Aeroporto del Mediterraneo, dimostrando che si può fare con circa 32 milioni di euro. Una cifra calcolata qualche anno fa e dunque da aggiornare al rialzo dei dati di spesa attuali, ma anche così non si arriverebbe oltre una decina di milioni in più. 

In dettaglio, il progetto prevede per la parte immobiliare un investimento di 32.873.000 euro; ai quali aggiungere 1.175.776 euro di costi di manutenzione e gestione compresi tasse, consumi, pulizia, marketing e figure amministrative. Inoltre, tra locazioni temporanee spazi pubblicitari, sono stimati ricavi per 1.872.000 euro. 

La nuova aerostazione si sposterebbe più a sud rispetto al Tito Minniti, realizzando una completa integrazione al sistema viario e ferroviario, collegandosi alla strada statale 106 e la A2, la stazione ferroviaria Rc aeroporto e i porti di Reggio e Villa San Giovanni. Concepito su livelli da 0 a 4, il nuovo aeroporto prevede, tra l'altro, un parcheggio di 21.475 mq, un'area noleggio, spazi espositivi e incubatori d'impresa localizzati nella Zes dislocata. Il piazzale principale, con una superficie complessiva di 109.500 mq, ospiterà fino a sei velivoli commerciali. Ma di che tipo di aeroporto si tratterà? Potremo viaggiare con voli di linea verso le principali destinazioni come avveniva nei bei tempi andati dello scalo Tito Minniti?

Il progetto, spiega Falduto, ha come modello l'aeroporto di Olbia, infrastruttura per il trasporto commerciale e di civili che in Sardegna, tra gli scali presenti, ha il maggiore traffico internazionale, con vettori anche low cost e destinazioni nelle principali capitali straniere e capoluoghi italiani. 

Che per avere qualcosa di simile siano sufficienti meno di 50 milioni semba un'utopia, ma l'imprenditore reggino ribadisce: "Sono un costruttore e il mio centro commerciale Porto Bolaro l'ho realizzato con rifiniture più costose di quelle di una aerostazione, quindi so di cosa parlo. Non ho la pretesa che questo sia l'unico progetto valido, il mio è stato un contributo allo sviluppo della nostra città".

La proposta è stata inviata a enti locali, Regione e Enac, ma (come per l'altro grande progetto di Falduto, il polo turistico e sede diportistica Mediterranean Life), gli anni sono trascorsi senza risposta. 

Falduto: "Il masterplan è un piano regolatore, di cui l'aeroporto non si è mai dotato"

Sul fronte dell'aeroporto dello Stretto invece le acque sembrano smuoversi. O forse no. La prima riunione esplorativa per il masterplan non convince Falduto: "Stiamo parlando semplicemente di un piano regolatore. Tutte le infrastrutture che prevedono arrivi e partenze verso luoghi extraterritoriali devono averlo per ottenere l'autorizzazione di opere e lavori. Ma l'aeroporto di Reggio Calabria, come del resto anche il porto, non se n'è mai dotato. Senza questo strumento di programmazione urbanistica, che poi dovrà essere approvato dal consiglio comunale previo parere dagli organi competenti per legge, non si potrà andare avanti in nessun progetto". 

Secondo Falduto, con la dovuta tempestività il piano deve essere affidato a professionisti che siano realmente esperti. E il masterplan di un eventuale nuovo scalo del Mediterraneo confermerebbe la sua posizione ottimale e tale da favorire anche prospettive di sviluppo, stimolando la realizzazione di ulteriori infrastrutture di viabilità e trasporti a supporto dell'attività commerciale dell'aerostazione.

Il progetto era stato citato nell'interrogazione che Tucci e Raffa hanno presentato a Matteo Salvini, parlando di "preventivi esistenti, che con 30 milioni permettono di creare uno scalo nuovo con l'intermodalità prevista per Messina, perfetto per un bacino di oltre un milione di persone". La premessa è che i 60 milioni di euro dei contratti istituzionali di sviluppo, stanziati per il risanamento dello scalo reggino, sarebbero una spesa su cui riflettere valutando la reale attrattività del Tito Minniti (verso cui recentemente il governatore Occhiuto ha denunciato un palese disinteresse da parte di diversi vettori). Questo pensiero è affiorato anche nel recente incontro sul masterplan, durante il quale l’architetto Guido De Carli, managing partner di One Works (società internazionale di architettura e ingegneria incaricata di redigere il piano), ha evidenziato una serie di criticità da rimuovere perché non consentono allo scalo di avere una operatività ottimale. Tutte o quasi legati ad accessibilità e collegamenti. 

"Il vero punto - conclude Giuseppe Falduto - è avere un aeroporto che sia strategico nei fatti e non soltanto a parole. Alla Marina di Porto Bolaro ho ogni giorno sotto gli occhi le potenzialità sprecate di cui parlo. Abbiamo di fronte Taormina, meta turistica top che quest'estate ha rafforzato il suo ruolo ma non c'è un porticciolo che ci colleghi con questa e altre località di punta come le isole Eolie. E per essere polo del Mediterraneo ci manca una essenziale struttura di rete con strade e ferrovie. Reggio potrà crescere quando finalmente si abbandoneranno chiacchiere e improvvisazioni, e a prevalere sarà un vero interesse a far andare avanti la nostra città". 


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