Cronaca

'Ndrangheta operazione "Selfie", una distesa di marijuana in Aspromonte: 28 arresti

L'organizzazione, scoperta dai carabinieri, aveva base a San Luca. I trafficanti traditi dalle loro stesse foto-trappole. La cannabis venduta nelle piazze di spaccio romane e pontine

Una vera e propria filiera per la coltivazione della marijuana è stata scoperta dagli uomini dell'Arma nel cuore dell'Aspromonte Sequestrate 11.000 piante, dal valore economico di svariati milioni di euro, 8 piazzuole adibite alla coltivazione, 28 arresti su tutto il territorio nazionale, (Roma, Latina, Savona, Bologna), 10 gli indagati in flagranza, sequestrati 30,2 chili di cannabis e 6 fucili da caccia di vario calibro e marca, privi di matricola o con matricola abrasa, 3 dei quali oggetto di furto. Questi i numeri dell'operazione "Selfie" del Comando provinciale.

Questa mattina, nelle province di Reggio Calabria, Roma, Latina e a Eisenach (Germania), al termine di una complessa attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, i carabinieri con il contributo  dei colleghi del  BundesKriminalAmt (BKA), hanno dato esecuzione ad  un’ordinanza di  custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta del procuratore aggiuto dott. Lombardo e del sostituto procuratore Tedesco della Direzione distrettuale antimafia  reggina, nei confronti di 28 persone, tutti gravemente  indiziati, a vario titolo, dei reati di  associazione finalizzata alla produzione e al traffico illecito di sostanze stupefacenti,  detenzione ai fini di spaccio, ricettazione, detenzione e porto illegale di arma da sparo.

Blitz dei carabinieri a San Luca, le foto degli arrestati

Le indagini 

Gli arresti di questa mattina rappresentano l’epilogo di un’articolata attività investigativa, condotta dalla Compagnia carabinieri di Bianco, con il supporto operativo dello Squadrone Eliportato “Cacciatori”, che ha permesso  di comprovare l’esistenza e  l’operatività di un sodalizio criminale, composto da almeno 14  degli arrestati, molti dei quali  originari di San
Luca e legati da vincoli di parentela, dedito alla produzione di marijuana e al suo trasferimento e commercializzazione nelle piazze di  spaccio romane e pontine. L'operazione "Selfie", avviata nel 2016, prende il suo nome  dall'identificazione degli indagati  attraverso le analisi delle immagini catturate dalle foto-trappole da  loro  stessi collocate a presidio delle piantagioni. Questo sistema ha permesso di rinvenire, nel corso degli anni,  numerose coltivazioni di cannabis sativa. 

Le piantagioni scoperte

- due a Casignana (RC), località Marino, risalente al 21 settembre 2016;
- due a Bovalino (RC), località Bosco Sant’Ippolito, risalente al 18 maggio 2017;
- due a Siderno (RC), località Garino/Pezzillini, risalente al 2 giugno 2017;
- una a Bovalino, località Serro Mortilli, risalente al 30 giugno 2017;
- una a Casignana (RC), nei pressi dell’argine del torrente Bonamico, risalente al 18 luglio 2017.

Ndrangheta, operazione Selfie: le immagini delle piantagioni | VIDEO

I trafficanti traditi dalle loro stesse foto-trappole

L’analisi delle foto-trappole, rinvenute nel settembre 2016, all’interno delle prime due piazzole recintate scoperte a Casignana, effettuata anche con il supporto dei carabinieri specializzati del  Ra.C.I.S. di Roma, ha permesso di estrapolare, anche se già cancellate dai supporti di registrazione, numerose immagini che ritraevano gli indagati intenti a curare la realizzazione e la conduzione delle due  piantagioni. "La meticolosa attività investigativa - spiegano dal Comando - ha permesso di identificare quindi prima i complici dei  coltivatori, delineando i contorni dell’associazione criminale e definendo i ruoli dei singoli all’interno  del sodalizio, poi i destinatari dello stupefacente coltivato.  Gli indagati individuavano, rasavano e spietravano le piazzole di rilevanti dimensioni, impiantavano  quindi i piccoli steli di circa 10 cm, realizzavano gli impianti professionali per l’irrigazione  automatica, curavano la raccolta delle infiorescenze e la successiva essiccazione, fino al trasferimento, preferibilmente in auto con doppi fondi, nelle aree di destinazione e alla  cessione".

"La progressione investigativa assicurata dai carabinieri, - si legge in una nota dell'Arma - oltre a permettere il rinvenimento e il sequestro di svariate piantagioni individuandone i responsabili,  ha consentito di delineare i contorni di una stabile rete di spaccio che, affondando le sue radici nella locride, ha interessato altre regioni  d’Italia ed in particolare il Lazio, punto fondamentale di smercio dello stupefacente coltivato in  Calabria".

Il ruolo di Michele Carabetta

Dalle indagini è emersa la figura del principale promotore delle attività illecite, Michele Carabetta, 41 anni,, elemento di elevata caratura criminale, già condannato in via definitiva ad 8 anni di  reclusione per associazione di tipo mafioso (pena scontata), quale elemento di spicco della cosca “Pelle-Vottari” di San Luca con il compito di introdurre nel territorio italiano armi da guerra, armi clandestine  e munizioni. In particolare le acquisizioni dell’operazione “Fehida” avevano dato ampiamente conto dell’agire del Carabetta per adempiere ai desiderata di Antonio Pelle cl. 62,  alias “La Mamma”. "Nell’associazione finalizzata al narcotraffico - spiegano dal Comando - l'uomo pur sottoposto  per tutta la durata delle indagini alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di  Roma, ha avuto un ruolo direzionale e di cerniera tra la filiera produttiva e di stoccaggio dello stupefacente in territorio calabrese e quella che si occupava del suo trasferimento ad una platea estesa di  acquirenti all’ingrosso in territorio laziale, attraverso due articolazioni dell’organizzazione, una  stanziata nella capitale, assicurata da Daniele D'Ambrosi e da Alessandro Romagnoli, l’altra sulla piazza di Latina, assicurata da Alfredo Celani, Arianna Ramiccia e Massimiliano Tartaglia". Per raggiungere i suoi scopi, Michele Carabetta ha potuto contare sulla stretta collaborazione dei cugini Michele Carabetta, cl. ‘92 e Marco Pizzata cl. ‘92, che oltre ad essersi dedicati materialmente alla coltivazione di marijuana, hanno svolto il ruolo di intermediari dal luogo individuato per la produzione al territorio laziale, preparando e stoccando lo stupefacente in Calabria nei luoghi di deposito e negoziando direttamente con i corrieri.

Il linguaggio elusivo e criptico

In relazione al trasferimento della sostanza stupefacente verso le destinazioni fuori dalla Calabria, i carabinieri hanno effettuato numerosi riscontri, anche se gli indagati utilizzassero abitualmente un linguaggio elusivo e criptico, spesso riferendosi allo stupefacente con le espressioni “cavalli”, “magliette”, “cd” o anche con riferimenti a diversi e noti modelli di autovetture e  scooter come “panda” “golf” o “t-max”.  Un altro espediente utilizzato per eludere i controlli, è stato quello di utilizzare una donna in avanzato stato di gravidanza, insieme ad altri tre complici, hanno trasferito trasferimento a Roma oltre 6 kg di marijuana, provenienti dalle piantagioni della locride. 

L'elenco degli arrestati 

Custodia in carcere: 

1. Bruno Cara , nato a Bovalino (RC) il 4.1.1961, residente a San Luca;
2. Giuseppe Cara, nato a Bovalino in data 27.4.1963, residente a San Luca;
3. Michele Carabetta, nato a Locri (RC) l’1.4.1978, residente a Casignana;
4. Michele Carabetta, nato a Locri il 20.2.1992, residente a Casignana (rintracciato in Germania);
5. Alfredo Celami nato a in Germania l’8.5.1970, residente a Latina;
6. Daniele d'Ambrosi, nato a Roma l’8.6.1982, ivi residente;
7. Giovanni De Marte, nato a Palmi (RC) il 22.11.1990, residente a Diano Marina (IM);
8. Alberto Masci, nato a Roma il 18.12.1990, ivi residente;
9. Saverio Mediati, nato a Benestare (RC) il 24.9.1965, residente a Bovalino;
10. Marco Pizzata, nato a Locri il 30.1.1992, residente a San Luca;
11. Alessandro Romagnoli, nato a Roma il 10.1.1980, ivi residente;
12. Massimiliano Tartaglia, nato a Latina il 2.11.1983, ivi residente;
13. Gianluca Antonio Vitale, nato a Locri il 3.6.1978, residente a Siderno (RC);

Arresti domiciliari: 

14. Angelo Arduini, nato a Roma il 21.2.1983, ivi residente; 
15. Marco Domenico Artusi, nato a Seminara (RC) il 7.10.1966, ivi residente;
16. Federico Maria Benedetti, nato a Roma il 18.7.1994, ivi residente; 
17. Andrea Cara, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 3.7.1994, residente a San Luca; 
18. Francesco Cara, nato a Melito di Porto Salvo, il 3.8.1990, residente a San Luca;
19. Gabriele Antonio Cara, nato a Melito di Porto Salvo il 4.6.1996, residente a San Luca;
20. Paolo Cara, nato a Melito di Porto Salvo il 25.5.1989, residente a San Luca;
21. Adamo Fiasco, nato a Latina il 16.8.1973, residente a Sermoneta (LT);
22. Dante Massimino, nato a Siderno il 9.2.1967, ivi residente;
23. Antonino Mediati, nato a Melito di Porto Salvo l’11.7.1996, residente a Bovalino;
24. Antonio Mediati, nato a Melito di Porto Salvo il 29.11.1991, residente a Bovalino;
25. Arianna Ramiccia, nata a Latina il 16.8.1992, ivi residente;
26. Khalil Smaali, detto Claudio, nato in Marocco il 23.2.1990, residente a Roma;
27. Daniele Vottari, nato a Magenta (MI) il 30.11.1984, residente a Marcallo Con Casone (MI);

Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: 
28. Francesco Mammoliti, nato a Locri (RC) il 6.11.1992, residente a San Luca (RC)

San Luca, coltivazione di marijuana e spaccio: le immagini della conferenza stampa | VIDEO


 


Allegati

Si parla di