Cronaca

Fatture false per rimborsi medici già dal 2008, decine le "firme" di professionisti inconsapevoli | VIDEO

I numeri dell'operazione "Ti rimborso" della Guardia di finanza hanno messo in luce un meccanismo fraudolento che andava avanti da diversi anni e drenava ingenti fondi allo Stato

L'operazione "Ti rimborso" che, comeprecedentemente spiegato ha portato agli arresti domiciliari tre reggini, ha scoperchiato un enorme giro fraudolento ai danni dello Stato. Un meccanismo di rimborsi non doovuti che andava avanti da anni e che ha visto, incosapevolmente, coinvolti anche decine di professionisti di Reggio Calabria

L’enorme platea dei “furbetti delle fatture”, affidandosi ad appositi Caf per la redazione e l’invio dei modelli dichiarativi fiscali, tra i quali il Caf di uno degli arrestati, da oltre un decennio, ha indebitamente conseguito ingenti rimborsi ai fini dell’Irpef: le prime fatture ritrovate risalgono, infatti, al lontano 2008.

La genesi dell’attività d’indagine è da ricondurre a una serie di approfondimenti investigativi nei confronti di due contribuenti, i quali avevano portato in detrazione ingenti somme di denaro relative a presunte spese mediche dagli stessi sostenute.

Anche attraverso l’escussione in atti dei professionisti che risultavano, a loro insaputa, emittenti delle fatture per prestazioni sanitarie portate in detrazione dai due suddetti contribuenti, tuttavia, si è giunti ad appurare la falsità delle fatture predette e la loro effettiva riconducibilità a un unico professionista, consulente del lavoro, che si dilettava a creare e a compilare, dietro compenso, fatture per prestazioni sanitarie mai eseguite.

Individuata, quindi, la prima matrice delle fatture, sono state successivamente eseguite una serie di perquisizioni presso i luoghi rientranti nella disponibilità del menzionato consulente del lavoro.

Al termine delle attività, i finanzieri avevano scoperchiato un vero e proprio “vaso di Pandora”: sono stati sequestrati, infatti, decine di blocchetti di ricevute relative a spese mediche, liste di soggetti, biglietti manoscritti e prospetti elettronici riferite a quasi un migliaio di potenziali “clienti beneficiari” dei servigi del sodalizio criminale.

L’analisi di tutta la documentazione acquisita ha dato, infatti, risultati assolutamente sorprendenti: i blocchetti di fatture sequestrati recavano timbri riconducibili a circa 60 medici inconsapevoli e gli elenchi, i biglietti manoscritti e i prospetti elettronici altro non erano che la “contabilità” dell’associazione criminale, dove erano indicati meticolosamente tutti i contribuenti infedeli, il prezzo corrisposto ai sodali per l’emissione delle fatture false e, persino, le percentuali di riparto dell’illecito guadagno per ciascuno dei tre associati.

Tra la documentazione acquisita, attiravano l’attenzione dei finanzieri, tra gli altri, dei fogli in cui uno dei soggeti finiti ai domiciliari aveva affinato la propria tecnica da amanuense del falso con evidente vena artistica: centinaia di timbri di professionisti del settore sanitario impressi su fogli bianchi con altrettante centinaia di “prove” di sigle dei medici, perfezionate tentativo dopo tentativo, affinché fossero più simili possibile alle sottoscrizioni autentiche.

Si è poi riscontrato che i contribuenti, nella piena consapevolezza dell’attività fraudolenta, indicavano, spesso per nucleo familiare (quindi con dichiarazioni distinte di entrambi i coniugi), spese sanitarie per importi dai 10.000 euro insù, per ottenere indebiti rimborsi minimi, quindi, che partivano dai 2000 euro.

Essendo emersa, chiaramente, dalla documentazione sequestrata, l’esistenza di un’associazione criminale composta, oltre che dall’individuato consulente del lavoro, ad ulteriori due soggetti, si è proceduto ad estendere le attività investigative anche nei loro confronti.

Le perquisizioni eseguite nei confronti degli altri due sodali hanno consentito di sequestrare numerosi fascicoli relativi a clienti del consulente del lavoro e dei file riproducenti la documentazione allegata ai modelli dichiarativi fiscali presentati dai clienti in questione, diversi dei quali appartenenti alla Pubblica amministrazione.

All’esito delle varie perquisizioni effettuate sono state individuate centinaia di contribuenti compiacenti, i quali hanno complessivamente portato in detrazione, per gli anni oggetto di indagine spese mediche per quasi 10 milioni di euro, con un totale di circa 5.000 fatture false recanti i dati di circa 60 inconsapevoli professionisti.

La gravità del quadro indiziario così raccolto e l’attualità della pericolosità delle condotte poste in essere dagli indagati hanno spinto i militari operanti a fornire all’Autorità giudiziaria inquirente elementi idonei tali da far ritenere sussistente la necessità di proporre al competente Giudice per le Indagini Preliminari l’adozione di misure cautelari personali nei confronti dei 3 soggetti realizzatori del sodalizio criminale oggetto di investigazioni e l’adozione del canale delle misure cautelari reali nei confronti dell’intera platea dei soggetti attenzionati.

Analizzato l’intero scenario delineatosi nel corso dell’articolata attività investigativa condotta, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, condividendo il quadro indiziario proposto dalla Polizia Giudiziaria, ha richiesto al Giudice per le indagini preliminari l’applicazione nei confronti degli indagati delle misure cautelari proposte dal reparto operante.

Accogliendo la richiesta così formulata, il Giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale agli arresti domiciliari per i tre realizzatori del sodalizio criminoso messo in piedi e un contestuale decreto di sequestro preventivo per equivalente del prezzo del reato e del profitto del reato nei confronti di 160 soggetti, per un ammontare complessivo pari a circa euro 700.000, a cui è stata data prontamente esecuzione, da parte dei finanzieri reggini, con l’organizzazione di un dispositivo d’intervento efficiente e tempestivo.

In ultimo, durante l’esecuzione dei provvedimenti cautelari e delle perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria inquirente, presso lo studio professionale riconducibile a uno degli indagati, veniva rinvenuta e, contestualmente, sottoposta a sequestro dai militari operanti copiosa documentazione, cartacea e digitale, di altissimo valore probatorio, che sarà oggetto di ulteriori analisi da parte degli investigatori.

In un’ottica di trasversalità dell’azione di servizio del corpo, parallelamente all’indagine in commento, previo nulla osta dell’autorità giudiziaria delegante, i militari operanti hanno, altresì, proceduto all’effettuazione di numerosissimi controlli fiscali nei confronti di tutti i soggetti indagati, all’esito dei quali sono stati contestati agli interessati tutti gli importi delle spese sanitarie indebitamente portate in detrazione in sede di presentazione dei modelli dichiarativi, con riguardo a tutte le annualità d’imposta oggetto del controllo.

Allo stato, in totale sono stati eseguiti, soltanto dalla Compagnia di Reggio Calabria, 334 controlli fiscali e sono state contestualmente inviate ad altri reparti del corpo, nonché alle varie sedi dell’Agenzia delle entrate competenti per territorio 509 segnalazioni operative.


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