Cronaca

Paola Binetti: "Fermare la corruzione accademica è fondamentale"

La senatrice dell'Udc sull'operazione "Magnifica" non ha peli sulla lingua: "È una triste prassi che si ripete fin troppo frequentemente"

L'università Mediterranea

"Fermare la corruzione accademica è un dovere. Lo dobbiamo a tutti quei ragazzi che sperano di fare carriera nelle università e che spesso finiscono in un vortice da cui è difficile uscire. L'approvazione della legge 2415 in materia di iscrizione contemporanea a due corsi di istruzione superiore è una notizia positiva ma non basta. È necessario implementare l'attività di controllo nelle commissioni di concorso, prevedendo nelle università nuovi codici etici”. A parlare è la senatrice dell’Udc, Paola Binetti.

“Difficoltà più grave con cui l'Università deve confrontarsi, oggi come ieri, è quella della corruzione accademica - ha detto ancora - con la piaga dei concorsi truccati e la penalizzazione dei ricercatori più qualificati a favore di quelli più raccomandati. Ho più volte denunciato questa piaga alla ministra Messa, così come avevo fatto in anni anteriori con i precedenti ministri dell'Università e della ricerca”.

“L'inchiesta che ha recentemente travolto l'Università di Reggio Calabria, e che arriva fino in provincia di Cosenza - ha concluso la senatrice - coinvolge personaggi di tutto rilievo, compresi rettori ed ex rettori. È una triste prassi che si ripete fin troppo frequentemente e che vanifica ogni tentativo di cambiamento e di sviluppo reale nelle nostre università. Se non si interviene su questo nodo cruciale a nulla serviranno anche i fondi tanto attesi del Pnrr, perché non avremo mai le persone giuste nei posti giusti per governare sia processi della ricerca che quelli della formazione".


Si parla di