Cronaca

Alival, in Calabria tutto fermo invece i lavoratori toscani sono salvi

Mentre per San Gregorio non c'è alcun impegno, a ridosso della data del 31 marzo grazie alle istituzioni è stato raggiunto l'accordo per ricollocare le 45 unità di Ponte Buggianese

I lavoratori del caseificio Alival di San Gregorio

La Calabria non è la Toscana e lo stanno sperimentando sulla loro pelle i circa settanta lavoratori del caseificio Alival di San Gregorio, che oggi hanno appreso dai quotidiani nazionali la notizia che i loro colleghi dello stabilimento di Ponte Buggianese sono salvi. Rimasti ormai pochi giorni fino alla fatidica data del 31 marzo, quando la multinazionale Lactalis fermerà inderogabilmente la produzione nelle sedi di Ponte e San Gregorio e i dipendenti saranno licenziati, allo stato attuale l'epilogo della vertenza si profila molto diversa nei due territori. Nell'ambiente di lavoro e sindacale si diceva a mezza voce dall'inizio dell'anno, senza ufficialità. Ma era tutto vero. La Regione Toscana ha infatti portato a buon fine la trattativa avviata in questi mesi - con un interessamento politico bipartisan - e domani nel municipio di Ponte Buggianese sarà formalizzato un protocollo d'intesa che vede coinvolti il Comune, i rappresentanti sindacali e le imprese locali che hanno manifestato disponibilità a riassorbire i lavoratori che perderanno il posto.

La Toscana è riuscita dove si è fermato il tavolo tecnico calabrese

Si era tentato di portare avanti anche qui un'iniziativa simile con la costituzione di un tavolo tecnico interistituzionale che però si è finora riunito solo due volte, nonostante le sollecitazioni formali dei sindacati di categoria (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil) per una nuova convocazione urgente in questi giorni, priva di risposta. Al nostro tavolo partecipano anche Confindustria e Unioncamere, organismi da cui era emerso un orientamento chiaro e privo di illusioni. Realisticamente esclusa la possibilità di investire sul costosissimo caseificio mantenendo in vita la struttura industriale, tra gli imprenditori calabresi esiste un vero interesse ad assumere non tutti ma almeno una ventina dei lavoratori che saranno licenziati il 31 marzo. Si tratta però di un progetto da valutare con il sostegno delle istituzioni, Regione in testa, che dovrebbero favorire questo impegno con agevolazioni e aiuti, sia per i lavoratori che per le imprese. Uno scenario al quale la Regione ha aderito con un generico rinvio all'effettiva vigenza dei licenziamenti, prerequisito formale per poter attivare le misure di sostegno. Perché, dunque, in Toscana nella stessa situazione si è potuto fare diversamente? Senza giri di parole la verità è che, come riporta la stampa locale, la giunta regionale toscana di centrosinistra è riuscita a creare le condizioni favorevoli per ottenere la fiducia di un gruppo di imprese, quelle che domani firmeranno un accordo per riassorbire l'intero personale che lavorava nello stabilimento di Ponte (45 su 56, tolti gli 11 che hanno accettato il trasferimento alla Porcari di Lucca). Garantendo serenità a tante famiglie che hanno vissuto mesi di tensione da quando Lactalis ha annunciato la decisione di chiudere il polo pistoiese, insieme a quello reggino.

Oltre ai lavoratori, l'obiettivo deve essere anche salvare i siti produttivi

Ma il protocollo d'intesa toscano non è l'unica amara beffa per i lavoratori di San Gregorio. Secondo quanto riportato da La Nazione, in Toscana si stanno continuando a mettere in campo tutti gli sforzi non solo per i posti di lavoro. L'obiettivo - che in questi mesi di intense trattative è stato ribadito dal consigliere regionale per il lavoro e le crisi industriali Valerio Fabiani, dal consigliere regionale e presidente della commissione aree interne Marco Niccolai ma anche dal consigliere di opposizione Alessandro Capecchi (FdI) - è non condannare a morte il sito produttivo, che rappresenta un punto di riferimento del settore agroalimentare locale. Sembra infatti che le offerte che domani saranno presentate dalle imprese coinvolte per l'accordo siano finalizzate allo sviluppo della Valdinievole, dunque nella stessa area in cui quelle maestranze hanno svolto la loro attività maturando esperienza e professionalità. Regione Toscana e Comune di Ponte hanno chiarito subito questo aspetto con la multinazionale francese: a differenza di quanto accade in Calabria, lì non è ancora perduta la speranza infatti ha previsto la possibilità dell'assegnazione del sito a un nuovo proprietario. 

Per San Gregorio uno spiraglio potrebbe aprirsi con l'istituzione della Zes, come caldeggiato da Comune e Città Metropolitana e ultimamente anche da un gruppo di imprenditori del territorio con la formale richiesta alla Regione di spostare l'attuale ubicazione tra le piste dell'aerporto Minniti. Una strada che, come tante altre, avrebbe dovuto percorrersi con tempi rapidi e la stessa tenacia dimostrata dall'istituzione (e la politica) toscana. Oggi per i lavoratori del caseificio Alival fanno male la delusione e un triste senso di abbandono, il pensiero che per loro non si sia voluto fare abbastanza.  


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